Agitu, esempio di coraggio e intraprendenza
Perdiamo una delle protagoniste dell'economia solidale trentina che difendeva il territorio e proponeva un modello di azienda agricola biologica sostenibile.

Tanti i messaggi scambiati, condivisi in gruppi di messaggistica e sui social la sera del 29 dicembre 2020. Una serata triste: Agitu non c’è più. Mancheranno il suo sorriso contagioso, il suo sguardo attento e profondo, il suo entusiasmo. È stata uccisa brutalmente.
Lascia una grande testimonianza in termini di educazione alla cittadinanza planetaria. Lascia anche l’esempio di come impegnarsi nel mondo possibile, urgente e necessario dell’economia solidale. Lei e le sue capre felici. Intraprendente, Agitu ha messo su La Capra Felice, azienda agricola biologica in Val dei Mocheni che si occupa di allevamento di capre e galline, coltivazione e vendita di ortaggi bio, formaggi e uova.
Agitu Ideo Gudeta era etiope trapiantata in Trentino da diversi anni per portare avanti la sua passione e la sua sfida: vivere in armonia con la natura e proteggere dall’estinzione la capra Mochena. Con tanta determinatezza Agitu ha recuperato un terreno abbandonato di 11 ettari e lo ha valorizzato come pascolo incontaminato per il suo gregge di capre.
C’è chi stava per ordinare dei prodotti prima della fine di questo tragico anno. “Non hai più fatto ceste e non ti ho più chiamata. Sono passati pochi giorni ed ora non ci sei più. Sono sconvolta.”
Sì, siamo tutti sconvolti. Tutti coloro che l’hanno conosciuta mentre esponeva i suoi prodotti alla nostra Fiera Fa’ la cosa giusta di Trento o in piazza Santa Maria Maggiore durante il mercatino dell’economia solidale del giovedì.
C’è chi l’ha conosciuta a Levico Terme, Pergine, Rovereto, Riva, Bolzano e Valle S. Felice in val di Gresta, dove lavorava prima di stabilirsi in Val dei Mocheni. “Bella, intelligente, sicura di sé, propositiva. Grande perdita!”
Coloro che l’hanno conosciuta da vicino hanno visto in lei un esempio di coraggio e intraprendenza, una donna africana forte e autonoma. “Sei stata l’esempio della buona integrazione, quella che spesso in Trentino si è dimostrata possibile. Nel tuo laboratorio in Val dei Mocheni promuovevi anche incontri culturali, perché credevi nello scambio di saperi. Non eri spaventata dalle difficoltà, tu che avevi visto e vissuto quelle del tuo paese di origine, ma non accettavi il razzismo bieco, banale, assurdo. Credevi nella nostra giustizia, a cui ti sei affidata con fiducia, quando sei stata aggredita. Abbiamo imparato molto da te.”
Gli amici del progetto CusCus dell’Associazione Viração&Jangada hanno scritto: “Con lei hanno ammazzato un sogno. Il sogno di una giovane donna di 42 anni che con coraggio ha ricostruito la propria vita lontana da casa, che passo dopo passo si è creata una rete di relazioni e ha dato vita alla sua attività imprenditoriale. Agitu, vogliamo ricordarti così, quando in una giornata primaverile, felice e soddisfatta nello svolgere il tuo lavoro, ci hai parlato dei tuoi formaggi e delle tue caprette. Che la tua determinazione sia da esempio per le tante donne, migranti e non, che vogliono realizzare i propri sogni.”
