Ironia, leggerezza e lucidità per raccontare la sostenibilità
Alice Pomiato, 31enne di Treviso, ha un profilo Instagram molto seguito (@aliceful) dove parla ogni giorno di sostenibilità. “A livello individuale, il cambiamento maggiore che possiamo mettere in atto è scegliere ogni giorno cosa metterci nel piatto”, ci racconta. Un anno fa pubblicava un reel ironico e veniva definita “quella della carne di cane”.
Ormai su Instagram è conosciuta come @aliceful. Parla di sostenibilità “sempre”, come precisa sul suo profilo, e lo fa con consapevolezza ma anche con leggerezza. “L’anno scorso è diventato virale un reel sulla carne di cane”, ci racconta Alice Pomiato, 31 anni, originaria di Treviso. “Nel video ironizzavo dicendo che avrei promosso una carne sostenibile: la carne di cane. Quel reel ha smosso molti animi, perché tante persone mi hanno scritto dandomi della pazza, quando in realtà ciò che descrivevo sono i comportamenti che ogni giorno mettiamo in atto nei confronti di tanti altri animali. Ogni tanto anche adesso mi chiamano ‘quella della carne di cane’”.
Più di un paio d’anni fa, Alice aveva lasciato il suo lavoro di social media strategist per partire alla volta dell’Australia con un biglietto di sola andata. È nell’isola del Pacifico che matura il suo interesse per la sostenibilità; forte di quest’esperienza, al rientro in Italia, Alice apre un profilo Instagram per parlare dei temi che le stanno a cuore. “Ho deciso di cominciare a parlare di sostenibilità online – ci racconta – perché lo vedevo fare bene da content creator neozelandesi e australiane, ma non lo vedevo fare in Italia. Una volta aperto il profilo, mi sono resa conto che i numeri crescevano sempre di più, tanto che quest’anno ho aperto la partita Iva e l’ho fatto diventare un vero e proprio lavoro”.

Oltre alla divulgazione e alla sensibilizzazione su @aliceful, Alice Pomiato tiene anche dei corsi di formazione per le aziende. “Ormai per loro diventare sostenibili è un imperativo, non è più una scelta”, afferma. “Il modulo cambia a seconda dell’azienda: se devo andare a parlare con una realtà che si occupa della produzione di profumi, approfondisco quel filone. Finora sono stata abbastanza fortunata, perché ho lavorato con piccole aziende che hanno a cuore la sostenibilità”.
Attivarsi, fare informazione e parlare della sostenibilità, come ci racconta Alice, è un modo per esorcizzare la paura del cambiamento climatico. “Quando sono partita dall’Italia soffrivo di eco-ansia, e tuttora non vivo molto bene questa paura. Cercare di mettere in atto ciò che posso fare come singola persona per mitigarne l’impatto, però, è un buon modo per alleviare quest’ansia. Recentemente ho partecipato anche a un ‘free writing workshop’ di Ilaria Mangiardi, dove si è trattato proprio il tema dell’eco-ansia, cercando di esorcizzarla sfogando le proprie emozioni con carta e penna”.
Ogni giorno i follower inoltrano ad Alice degli articoli o delle curiosità sulla sostenibilità. “Mi sembra quasi di fare una sorta di rassegna stampa di quello che mi inviano”, dice ridendo. Negli ultimi mesi, però, @aliceful ha approfondito i suoi interessi frequentando anche il master “Futuro Vegetale” del botanico Stefano Mancuso, a Firenze. “Non so se rimarrò in questa città – confessa – perché, dopo che con il Covid-19 è sfumato il sogno di vivere in Nuova Zelanda, io e la mia compagna viviamo viaggiando: ogni tot mesi cambiamo località, anche se finora siamo sempre state in Italia”.
All’inizio dell’intervista abbiamo raccontato l’episodio della carne di cane. C’è un motivo. “Parlo molto di veganismo e di antispecismo”, precisa Alice. “A livello individuale, infatti, il cambiamento maggiore che possiamo mettere in atto per l’ambiente è scegliere per 3 volte al giorno cosa metterci nel piatto. L’alimentazione è un buon punto di partenza, considerando che l’impatto alimentare, dopo quello dei combustibili fossili, è la seconda causa del cambiamento climatico”.
Allo stesso tempo, Alice sottolinea come l’inversione di marcia debba venire anche a livello sistemico. “Un mese fa ho pubblicato un reel in cui parlo di siccità”, racconta. “Si continua a chiedere ai cittadini di mettere in atto delle azioni personali che io trovo svilenti, perché chiudere il lavandino quando abbiamo finito di lavarci i denti o fare una doccia breve sono cose che in teoria avremmo dovuto imparare da piccoli. Tutto questo mentre sono le grandi industrie, l’agricoltura e la zootecnia a usare la maggior parte dell’acqua. Bisogna capire come fare agricoltura in modo sostenibile prima di chiedere ai cittadini di chiudere il rubinetto. Nel video dico che posso anche chiudere il rubinetto quando finisco di lavarmi i denti, ma se prima mi sono mangiata una burrata o una fiorentina a che cosa serve? Qual è il mio impatto reale?”.
Se l’azione del singolo non può risolvere molto, è anche vero che perché ci sia un’azione a livello governativo serve una pressione dal basso. “Gli attivisti per il clima si sono lamentati del fatto che nessun partito ha parlato di chiudere gli allevamenti intensivi – dice Alice Pomiato – quando qualsiasi persona che lavora in un’associazione animalista ti direbbe che una proposta di legge, perché venga considerata, deve portare a un cambiamento graduale. Ma molte persone non sanno nemmeno che questo è un problema: per questo dobbiamo lavorare molto sulla consapevolezza. È quello che cerco di fare io. Se ho cominciato a fare questo lavoro è perché molte persone mi scrivevano che avrebbero voluto condurre una vita più sostenibile ma che non sapevano da che parte iniziare. Questo è ciò che accade nella nostra società, dove nessuno ci ha mai educato a essere sostenibili. Vorrei che fosse più normale parlare di sostenibilità, non per forza in modo catastrofico, ma in maniera lucida e razionale”.