Furgosol, il furgoncino solidale
Acquistare tramite i GAS è un ottimo modo per supportare un mercato solidale, ma spesso per le spedizioni bisogna affidarsi ad aziende che non seguono gli stessi valori. Il progetto del Furgosol, il furgoncino solidale, nasce proprio come alternativa alla logistica tradizionale e oggi coinvolge sempre più persone.
Acquistare tramite i GAS è un ottimo modo per supportare un mercato solidale, ma spesso per le spedizioni bisogna affidarsi ad aziende che non seguono gli stessi valori. Il progetto del Furgosol, il furgoncino solidale, nasce proprio come alternativa alla logistica tradizionale e oggi coinvolge sempre più persone.
Di Sofia Valentinotti
Le persone che partecipano ai GAS, si sa, ci tengono che i prodotti acquistati vengano da un mondo di solidarietà e sostenibilità. Si conoscono i produttori, le loro modalità di produzione, ma poi che succede? Per far arrivare gli ordini bisogna spesso affidarsi alla logistica tradizionale, che, nell’ottica di fare più consegne possibile, spesso non rispecchia questi valori. Ma non deve per forza essere così, e ne abbiamo parlato con Eleonora del gas La Gluppa di Pesaro e Andrea del DES di Parma, che insieme collaborano al progetto del Furgosol.
Tutto nasce a fine 2021, da un ordine andato male. I GAS di Pesaro e di Fano ricevono dei prodotti che purtroppo, nonostante l’elevato costo del servizio del corriere, sono danneggiati. Eleonora ci racconta come l’iniziale rabbia in seguito all’esperienza si fosse poi trasformata in una riflessione: come si può fare, con il gas, a non lasciare il passaggio della logistica in mano a imprese che non hanno rispetto del prodotto e non sono etiche nemmeno a livello dei contratti di lavoro? Confrontandosi con Diana, presidentessa del gas di Pesaro, ha subito trovato supporto e insieme hanno iniziato a cercare un possibile mezzo per creare una sorta di logistica alternativa e solidale, con tappe pensate per far viaggiare il mezzo sempre a pieno carico. L’associazione di volontariato Gulliver Onlus di Pesaro, che si occupa di riuso ha messo a disposizione un furgoncino per il primo viaggio sperimentale.
L’ordine successivo sarebbe stato di parmigiano, così Eleonora e Diana contattano il DES di Parma e propongono la loro idea di far salire questo furgoncino carico di prodotti pesaresi per poi tornare con il parmigiano di Parma. Lì trovano Aldo e Andrea che sono subito entusiasti, e così a dicembre 2021 parte il primo Furgosol che coinvolge Pesaro, Parma, Fano e Amatrice. Il progetto può sembrare complicato, ma Andrea racconta che la motivazione che li ha spinti a partecipare è stata l’idea di lavorare nel rispetto dell’ambiente delle persone che lavorano: “quando si pensa insieme un sistema di distribuzione alternativo – spiega – è chiaro che sotto c’è una forte scelta etica. Questo è quello che ci ha animato, un cercare di andare oltre a tutti i problemi della logistica tradizionale”.
Dopo il successo del primo viaggio, a febbraio 2022 ne è stato organizzato un secondo, con partenza da Brescia e arrivo a Roma, questa volta con un furgone offerto da Biocaseificio Tomasoni. Il terzo viaggio è partito a novembre 2022, ed è passato per Novara, Borbona, Amatrice e Uboldo. “La cosa bella e fondamentale – commenta Eleonora – è che ogni viaggio non sarà uguale all’altro”. Ogni volta che si aggiungono nuovi partecipanti, infatti, si aggiungono nuove possibili tappe del furgoncino, trasformando il progetto in un work in progress continuo. Eleonora sottolinea che “si costruisce ogni volta insieme e sempre condividendo tutte le informazioni e tutte le decisioni”. Il Furgosol è praticamente un laboratorio sociale, un progetto pieno di possibilità che si basa sulla collaborazione di molte persone, e le decisioni vengono prese insieme durante riunioni plenarie con gasisti, vettori e produttori. “Anche gli eventuali scogli da superare, li cerchiamo di superare insieme – aggiunge Andrea – partendo sempre dai valori dell’economia solidale, quindi fiducia in tutte le persone che stanno partecipando a questa rete, la solidarietà tra di noi, il pensarsi insieme, e anche la mutualità”. Ci sono poi delle linee guida per partecipare al progetto, tra cui la condivisione del proprio listino di produttori con gli altri GAS partecipanti, da consultare sempre cercando di dare priorità ai prodotti locali.
Ma come vengono gestiti i costi? Si potrebbe pensare che un viaggio del furgoncino sia più dispendioso di un normale corriere, ma Andrea e Eleonora ci spiegano che in realtà già il secondo viaggio non ha comportato spese maggiori per nessuno. E non solo il costo è stato competitivo e sostenibile, ma “il furgoncino ha fatto un trasporto molto accurato, – aggiunge Andrea – quindi i prodotti sono arrivati assolutamente intatti e in orario, anzi esattamente 10 minuti prima”. Nonostante questo successo, i due ribadiscono la natura di evoluzione continuadel progetto, per cui ancora tutto è in sperimentazione ed è migliorabile. “In questo momento – racconta Andrea – stiamo pensando a una percentuale sull’ordinato da parte del produttore e su un contributo fisso da parte di ogni gas”. Inoltre, nel calcolo dei costi è stato incluso anche una sorta di contributo aggiuntivo, “una specie di fondo cassa – chiarisce Eleonora – che sarà utilizzato per sostenere alcune criticità”, come per esempio aiutare produttori in difficoltà (che magari in un determinato momento farebbero fatica a pagare le spese di spedizioni) o per sostenere le varie cooperative sociali che mettono a disposizione i mezzi. Eleonora spiega che un’idea alla base del Furgosol è che non c’è uguaglianza: “non c’è equità, ma c’è necessità; e c’è una analisi di chi ha bisogno. Quindi è possibile che in alcuni viaggi ci sia un disequilibrio a favore di gasisti o produttori, o verso una specifica realtà, e l’assemblea l’ha deciso perché era giusto così”.
A settembre, i pionieri del progetto hanno tenuto un incontro online per presentare il progetto e molte persone da tutta Italia hanno partecipato, e mentre nuove persone si affacciano all’idea, vengono individuati anche nuovi vettori all’interno del circuito dell’economia solidale. È un progetto in continua espansione, ma senza la fretta dettata dal mercato. Per il Furgosol non è importante arrivare immediatamente ovunque, ma anzi è una rete che si costruisce pian piano, conoscendosi. Inoltre, Andrea sottolinea che “non esiste un solo furgoncino, in realtà esiste un progetto di persone, gas, produttori e cooperative sociali che si vogliono mettere insieme per risolvere un problema di logistica, per arrivare a una logistica etica”, e dunque se magari non sarà il Furgosol ad arrivare in una determinata regione, altri gas potranno replicare la stessa idea, con un altro furgoncino e altri percorsi. “Questo è lo spirito, la strada è ancora tanta e piano piano risolviamo un pezzettino alla volta, sempre insieme – continua Andrea, e aggiunge che in questo modo anche territori che sembrano lontani pian piano si avvicineranno, – perché sarà proprio il reticolato di furgoncini che metterà in collegamento tutto”.
Un pezzo alla volta, insomma, si sta costruendo una mappa di collegamenti dell’economia solidale e forse presto anche dal Trentino caricheremo il furgoncino con qualche nostro prezioso prodotto!