Uno strumento online per esplorare la biodiversità
Come si può far conoscere il territorio e la biodiversità che lo caratterizza? Il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino sta testando uno strumento, alla portata di un click, che classifica le varie specie presenti.
Giornalista pubblicista, laureata in Bioetica presso la Facoltà di Scienze Filosofiche di Bologna, ha frequentato a Roma la scuola di Scienze politiche internazionali, cooperazione e sviluppo di Focsiv e ha lavorato presso il Ministero dell’Interno . Collabora regolarmente con realtà che si occupano in particolare di divulgazione ambientale, aree protette e sviluppo sostenibile.

Le specie vegetali sono condizionate da tre elementi ambientali in particolar modo: precipitazioni, temperatura e tipologia del suolo. C’è un posto, in Trentino, capace di influenzare profondamente gli aspetti climatici grazie alla barriera naturale delle catene montuose che lo circondano: è il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, esteso tra le Pale di San Martino e il Lagorai.
Queste montagne, interrompendo il flusso delle correnti umide provenienti dal mare, contrappongono condizioni di forte umidità nei versanti a sud e situazioni più fresche e asciutte in quelli settentrionali, generando una diversità climatica che, come è facile intuire, regala una corrispondente diversità di vegetazione.
Nel piano submontano meridionale troviamo molte più termofile, ovvero piante che amano il caldo (orniello, roverella, castagno); nel piano montano vivono invece faggi e abeti rossi e bianchi; verso nord gli abeti lasciano spazio a quote più elevate a pini cembri e larici, associazioni pregiate che arricchiscono il cuore e il paesaggio.
Nel Parco non manca nemmeno la diversità floristica: tra porfidi e formazioni metamorfiche, ricche di piccoli laghi e torbiere, troviamo il raro Potamogeton praelongus, l’Andromeda polifolia e orchidee non comuni come l’Anacamptis coriophora, ma anche specie endemiche come la Campanula morettiana, la Primula tyrolensis e la Saxifraga facchini. A queste si aggiunge un’importante componente di licheni, con oltre 650 entità note (anche se si ritiene che le specie presenti siano più di un migliaio).
Questa ricchezza naturale ha spinto il Parco naturale a elaborare una guida della flora che permette, attraverso semplici domande, di riconoscere fiori e piante dell’area protetta. Si avvale di una chiave interattiva realizzata nell’ambito del programma FRIDA di S. Martellos, brevettato all’interno del progetto Dryades – Key to Nature che raggruppa tutte le iniziative e i progetti coordinati dal Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste nel campo della Biodiversity Informatics e utilizza la banca dati sulle piante d’Italia della “Guida alla Flora” di P.L.Nimis.
Non si può dire che l’interfaccia sia accattivante: l’impostazione è ostica e non proprio user friendly, ma sorvolando su questioni grafiche e di accessibilità – che pure in tempi in cui tutto si fa online e la forma è più che mai rilevante restano importanti – bisogna dire che questo progetto mette la biodiversità in rete e racchiude un patrimonio prezioso di dati e informazioni. Permette infatti l’accesso a circa 66 mila immagini di circa 7.500 specie di piante, sia spontanee che ornamentali, presenti in Italia. Uno strumento di ricerca per addetti ai lavori, ma anche per appassionati che non si facciano scoraggiare dalle apparenze, che permette di immergersi nella biodiversità del mondo della conservazione e che, per quanto riguarda ad esempio il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, offre una panoramica sul mondo dei licheni derivante da ricerche decennali, che hanno permesso di apportare contributi originali alle conoscenze sulla loro ecologia e attuare un inventario su un territorio che conta il 50% dei licheni dell’intera Regione (il Trentino-Alto Adige è tra l’altro la regione italiana con più specie note).
Con l’attivazione di strumenti come questi si arricchisce lo spettro di proposte che il Parco offre a chi vuole immergersi in habitat diversi e ambienti che raccontano storie di evoluzioni geomorfologiche che riguardano la terra e l’uomo che l’ha abitata e che la può conservare e tutelare. Perché le scoperte non si fanno solo dal vivo: possono essere anticipate o integrate dalle possibilità che il mondo di Internet può offrire, ma indubbiamente sono sempre accompagnate dalla curiosità per il mondo che ci circonda e dal desiderio di conoscerlo ed esplorarlo. E questa è una buona occasione per farlo.
*Articolo pubblicato dal nostro partner Unimondo.