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Solidarietà Vigolana incontra Fa’ la cosa giusta!

Una carrellata degli espositori che erano presenti alla terza tappa della ManifestAzione Fa’ la cosa giusta! Abbiamo cercato di scoprire come sono nate le loro attività e quali sono i loro stati d’animo.

L’Associazione Solidarietà Vigolana ha realizzato negli anni diversi progetti per aiutare le persone in difficoltà./Foto di Lima

A Bosentino, sull’altopiano della Vigolana, la terza ManifestAzione di Fa’ la cosa giusta! ha incontrato l’associazione Solidarietà Vigolana, che da giugno propone un percorso di approfondimento sulla sostenibilità ambientale, “Sostenibilità in cammino”. 

“Nel corso della nostra rassegna abbiamo incrociato anche Fa’ la cosa giusta!”, spiega Stefano Vernuccio, presidente di Solidarietà Vigolana. “Abbiamo quindi deciso di organizzare una ManifestAzione sull’altopiano per valorizzare le realtà agricole e le associazioni che diffondono il riuso e lo scambio nel nostro territorio”. 

La ManifestAzione di domenica 29 agosto è partita con un trekking solidale, che ha preso avvio dopo una colazione a Ca’ dei Baghi. “Ci siamo poi spostati alla Madonna del Feles, dove c’è un’associazione, LavForLife, che fa pet therapy con gli asini”, racconta Stefano. Al Parco delle Fratte, invece, i partecipanti hanno incontrato Michele Giacomelli, 25 anni, che nel 2016 ha deciso di aprire un’azienda agricola, AlpBerries. Michele ha un vivaio in cui coltiva i piccoli frutti, ma si dedica anche alla coltivazione di cereali. “Bisogna tenere presente che, fino agli anni Cinquanta, Sessanta, sull’altopiano le coltivazioni di cereali erano abbondanti”, spiega Stefano, che aggiunge: “In seguito, invece, queste colture sono scomparse per lasciare spazio alle monocolture di mele e di viti”. 

I camminatori sono scesi infine a Maso Flonkeri, l’azienda di Nonna Ponomarenco, che, dalla Moldavia, è arrivata in Italia nel 2003, e oggi coltiva mirtilli siberiani e rose, con le quali fa uno sciroppo tipico del suo Paese d’origine. 
Il pomeriggio di domenica 29 agosto ci si è spostati invece al parco di Bosentino, dove sono stati allestiti diversi stand che hanno dato l’opportunità ad alcune realtà trentine di presentare il proprio lavoro. C’era Lidia Piffer, che coltiva lavanda, malva, calendula, fiordaliso, rosa antica, erba luigia, alloro, maggiorana, origano e fiordaliso a Vigolo Vattaro. Marco Tasin, con i prodotti della sua azienda agroecologica. Yuri Teverini e Claudio Valenti di Logical Forest, la foresta sociale di bambù che sta crescendo a San Cristoforo, che hanno proposto una degustazione di prodotti fatti con il bambù e un laboratorio per stimolare la creatività dei più piccoli. Daniela Dal Bò del circolo Tallù, che sta per “T’allungo la vita”, che ha curato uno swap party: porti un abito e ricevi un gettone che potrai spendere in futuro per “acquistare” un altro capo. Chiara e Arturo di Ecoprisma e salute di Dro. Francesca Eccher del Leprotto Bisestile, dove si coltivano erbe officinali e si organizzano degustazioni e laboratori per bambini. Michele Tomasi di Concezione Ceramiche, che da qualche anno dà libero sfogo alla sua vena artistica creando tazze, porta-incensi, ciotole e vasi in ceramica. Abramo ed Erica, che hanno un’azienda agricola e un bed and breakfast a Castel Ivano, dove coltivano mirtilli duke e brigita, con cui realizzato dei trasformati.

I bambini attenti alle spiegazioni di Claudio Valenti, collaboratore di Logical Forest che ha proposto un laboratorio/Foto di Lima

AlpBerries, la scelta di Michele

Michele Giacomelli, titolare di AlpBerries, cinque anni fa, all’età di vent’anni, si è diplomato all’Istituto Tecnico Tecnologico Buonarroti di Trento e ha scelto di aprire un’azienda agricola a Vigolo Vattaro. “Ora lavoro circa quattro ettari e mezzo di terreno”, racconta. “In parallelo ho aperto la mia attività principale, di vivaistica: coltivo piante di mora, mirtillo, lampone e ribes rosso, bianco e nero, con certificazione biologica, dai quali ottengo nettari, sciroppi e confetture”. Da un paio d’anni Michele ha iniziato a coltivare anche alcuni cereali: l’ultimo esperimento è stata la quinoa. “Vendo i miei prodotti nei mercati in giro per il Trentino”, spiega. “È un gran lavoro, che richiede molto tempo, però se ci si crede ne vale la pena. Tra un mese dovrei attivare anche un punto vendita aziendale”. 

Shirin Persia, lo zafferano dall’Iran all’Italia

È lo zafferano a essere al centro del progetto di Ala Azadkia, iraniana arrivata in Italia, a Parma, per studiare ingegneria gestionale. “La mia azienda, Shirin Persia, è nata dalla mia tesi di laurea”, racconta. “In quegli anni stavo pensando di lasciare l’università perché non mi piacevano i messaggi capitalisti che i professori ci trasmettevano nel corso delle lezioni di marketing. Poi però ho conosciuto un docente che mi ha avvicinato al commercio equosolidale, una realtà ancora poco nota in Iran. Per la mia tesi di laurea ho fatto un business plan del commercio equosolidale dello zafferano iraniano in Italia”. 
L’Iran, spiega Ala, è il maggiore produttore al mondo di zafferano. Eppure, i contadini che lavorano questa pianta si trovano a vivere in condizioni di sfruttamento. Da quel business plan è nata l’azienda Shirin Persia, che ha sede a Mattarello. Shirin Persia non ha un negozio fisico: i suoi prodotti possono essere acquistati attraverso il sito di e-commerce. Ci sono diverse produzioni a base di zafferano: liquore, biscotti salati, panettone, colomba, formaggio Casolet e, per finire, gioielli e sciarpe tessuti in una cooperativa di donne iraniane che si trova in provincia di Birjand, nel Khorasan meridionale.

L’Allegro Vichingo, la lana può essere morbida e divertente

L’Allegro Vichingo è l’esperimento di Deborah che, dopo essere diventata mamma, ha deciso di lasciare il suo lavoro come grafica pubblicitaria e ha provato a prendere in mano i ferri. “Ne è nato un lavoro”, spiega. “Ora realizzo sia abbigliamento per bambini sia vestiti da donna, cercando dei filati che siano naturali e di origine animale, come lana e alpaca, oppure biologici, come lino e cotone. Lo stile è come piace a me: nordico e minimal, senza cuciture visibili”. I colori della bancarella di Deborah sono vivaci, perché così è suo figlio. “Il nome Allegro Vichingo è dedicato a lui, perché ha i capelli rossi ed è sempre felice”. 

Deborah ha aperto una pagina Facebook e Instagram per pubblicizzare la sua attività, e la fiera di ManifestAzioni è stata la prima occasione in cui ha allestito un punto vendita delle sue creazioni. “Credo sia importante toccare con mano la lana: bisogna rendersi conto che ce ne sono di morbide, che accarezzano la pelle anziché aggredirla”, dice. 

Robin, muoviti tra le associazioni di Trento

Mary Agostini ed Emma Ragozzino hanno presentato “Robin – Gioca con le associazioni di Trento”, un gioco da tavolo che vuole diffondere la conoscenza delle associazioni del capoluogo trentino e che sarà presentato nel corso della Settimana dell’Accoglienza. “L’abbiamo realizzato io e Roberta Folgheraiter, proprietaria del negozio di giochi Don Chisciotte”, racconta Mary. “Io ho curato i contatti con le cinquantatré associazioni che abbiamo incluso nel gioco, mentre Roberta si è occupata soprattutto della pianificazione degli indovinelli e delle sfide”. 

Ci si muove come in una sorta di gioco dell’oca. Sei le carte per ogni associazione trentina, della quale vengono presentate la mission e tre parole chiave. I disegni sono stati realizzati dall’artista Roby Il Pettirosso (Ernesto Anderle) e da una classe degli Artigianelli di Trento a rischio dispersione scolastica. “Ci piacerebbe creare ‘un Robin’ per altri paesi del Trentino”, aggiunge Mary Agostini. “Il gioco ha uno scopo relazionale: ci si mette seduti attorno ad un tavolo e ci si incontra, avvicinandosi non solo agli altri giocatori ma anche alle associazioni del territorio. Così possono nascere delle connessioni e delle opportunità di volontariato o di servizio civile”.

Emma e Mary hanno spiegato ai visitatori come funziona il gioco Robin e quale è lo scopo finale. /Foto di Lima

L’Ortazzo, non solo “Lunadì”

A Bosentino era presente anche L’Ortazzo, associazione culturale di Caldonazzo che ha un gruppo di acquisto solidale e che ogni anno, in primavera, organizza la rassegna de “I Lunadì dell’Ortazzo”, un momento di approfondimento sui temi dell’agricoltura biologica, del chilometro zero e della biodiversità. Oltre a questo, L’Ortazzo ha una “stoviglioteca” (circa 80 coperti) che mette a disposizione per feste e occasioni speciali: così facendo, si evita di utilizzare dei materiali usa e getta.

PerGnént, riuso e scambio gratuito

PerGnént di Vigolo Vattaro nasce come un luogo in cui tutti possono portare (e prendere) abbigliamento, giochi e libri usati. PerGnént è slegato dal denaro. Il solo vincolo, come racconta Elisabetta Gremes, che gestisce il centro, è l’abbraccio. “Ora siamo in cerca di una nuova sede”, spiega. Per il momento, tutto sta ruotando attorno a un gruppo Telegram, dove volontari vecchi e nuovi si accordano per scambiarsi oggetti usati. “Sta funzionando benissimo, ci sono un sacco di iscritti: si è mantenuto lo stesso spirito fraterno del PerGnént”, aggiunge Elisabetta.

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