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Il “nostro” PNRR: la parola agli espositori della Fiera Fa’ la cosa giusta! Trento 2021

Gli espositori si sono incontrati in un momento dedicato a loro venerdì 22 ottobre, in orario di aperitivo, e hanno stilato un "ipotetico" PNRR della Fiera. Ecco tutti i punti che sono emersi

Anche l’edizione 2021 della Fiera ha visto, se pur in forma ridotta, un momento dedicato agli espositori, che venerdì 22 ottobre si sono incontrati e, seduti attorno a diversi tavoli, hanno dialogato assaporando gli stuzzichini preparati da Michele Granuzzo, cuoco e pasticcere, anima di Black Sheep, le cui parole hanno aperto la serata.

“Per me è sempre un onore venire in Fiera – ha spiegato dopo aver illustrato il contenuto dei piatti – ci partecipo ogni anno da quando ne avevo 16, cioè da quando ho scelto di diventare vegano. Fa’ la cosa giusta! Trento è un barlume di speranza per le piccole realtà che cercano di resistere in questo periodo difficile”.

L’ormai tradizionale evento dedicato agli espositori è un tempo di riflessione e confronto per dare un senso e una prospettiva ampia e condivisa al fare una “Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili”. Chi costruisce e frequenta la Fiera desidera produrre, commercializzare e consumare in modo diverso, rispettoso delle persone e più in sintonia con l’ambiente. Ma farlo non è sempre facile e guardarsi in faccia, condividere vissuti e aspirazioni aiuta a farlo meglio.

La serata degli espositori, un momento d’incontro e di confronto che si è tenuto venerdì 22 ottobre. Foto della tenuta “i Maroneri”

Due sono state le domande proposte agli espositori durante l’aperitivo.

Domanda numero 1: “Come sono sopravvissuto al 2020? Come sto adesso?”

“Come sono sopravvissuto al 2020 e come sto adesso?” è stata la domanda rompighiaccio che ha aperto alla conoscenza e al confronto.

Domanda numero 2: “…e se dovessi stilare il PNRR? Cosa ci metterei dentro?”

La seconda, più impegnativa, ha ripreso il desiderio di cambiare rotta e far cambiare rotta al sistema.

Un cambiamento che il tempo e la fatica della pandemia hanno fatto sperare sarebbe stato considerato unanimemente auspicabile e necessario, anche attraverso strumenti come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Che però ha invece lasciato l’amaro in bocca.

Non basta una riaggiustata. Quello che serve che anche la Fiera Fa’ la Cosa Giusta di Trento promuove, nel suo piccolo, da diciassette anni, è un cambio radicale di fare economia.

Il rischio che torni tutto ‘come prima’ è forte.  Ma il ‘come prima’ è diverso dal modello di economia che vogliamo.

Perciò la sfida, stasera, è stilare un PNRR della Fiera Fa’ la cosa giusta! Trento 2021”.

Ecco quindi la seconda domanda: “Se io dovessi stilare il PNRR, che cosa ci metterei dentro? Cosa faccio io perché la “riconversione ecologica” avvenga davvero?”

Le risposte degli espositori della Fiera Fa’ la cosa giusta! Trento 2021

Ne è uscito un quadro che potrebbe davvero essere un vero e proprio Pnrr che riorienta del tutto le politiche economiche. A partire dalla politica fiscale:

 “Ti dico cosa non farei… Non abbasserei le tasse ma ritornerei alla progressività con esenzione per fasce di reddito basse aumentando la tassazione per alte fasce di reddito; toglierei invece gli oneri fissi sulle bollette aumentando i costi del km e del litro di carburante-gas in modo da premiare i bassi consumi e penalizzare quelli alti; toglierei la tariffa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani spostandone il costo al momento dell’acquisto (lo smaltimento dell’imballaggio ‘superfluo’ lo pago quando lo compro e rendo davvero concorrenziale il km0)”

Che diventa scelta di quali siano i settori da incentivare: “Credito d’imposta per i versamenti in agricoltura per l’abbattimento dei costi sociali per la manodopera permanente. Più risorse per l’eco-energia”, “Produzione energia ‘microimpianti’, finanziamento alla ricerca, energia bene comune”. E ancora: “Incentivare i processi di localizzazione dell’economia: startup circolari, repair café, animazione territoriale giovanile, produzioni agricole sostenibili, trasporti condivisi, comunità energetiche”, oppure: “Riduzione drastica della plastica, contributo per lo sviluppo di progetti di conversione ecologica vera”

Un piano di attuazione dei principi costituzionali, che appare ovvio quanto sempre meno scontato:  “Avere cura di garantire lavoro a tutti, scuola, ambiente, salute”, tenendo conto delle priorità del momento: “Più ambizione individuale e collettiva per affrontare l’emergenza climatica!!!”,“Dare fondi reali alla sanità, rinforzare il personale sanitario”

C’è poi la necessaria messa in discussione del mito della crescita: “A livello globale la decrescita è l’unica via possibile. A livello aziendale (agricoltura): ridurre i consumi energetici; rendere obbligatoria la coltivazione biologica; usare solo prodotti naturali in tutta la filiera, dalla coltivazione alla vendita”.

Con una riduzione anche delle carte da produrre: “Mi illudo, ma semplificazione e sburocratizzazione: questo è il mio PNRR”, “Sussidiarietà circolare: Stato, impresa, società civile”

Alcuni citano temi su cui insistere: “Mobilità sostenibile e turismo responsabile”e“Mobilità alternativa sostenibile”.

Qualcuno richiama alla dimensione locale, territoriale: “Incentivare i negozi di vicinato, dare possibilità di raccontare realtà economiche diverse dalla grossa distribuzione, sostenere economia del territorio, riscoperta e sostegno dell’artigianato” altri propongono di “Portare la Fiera FLCG nelle valli del Trentino e online”.

Ci sono riflessioni che riportano alla dimensione dei valori su cui basare il cambiamento: “Rispetto per l’essere umano”, “Donarsi ad ascoltare anche gli altri”, “Dialogo e condivisione”.

E infine diversi interventi puntano sulla dimensione educativa e formativa: “Educazione ambientale e culturale, coinvolgendo la società civile”, “Creare formazione ed educazione a partire dalla società civile e in modo circolare, applicando norme europee già esistenti”,“Finanziamenti alla formazione su orientamento alle scelte e al futuro (per la giustizia sociale e l’inclusione)” ,“Investire nell’educazione di genere e nelle pari opportunità in generale, e nel creare modelli di sviluppo rispettosi dell’ambiente e delle persone”

Per puntare, infine, sul futuro: “Investire sui giovani, sulla loro creatività e voglia di ripopolare le aree interne, la montagna. Dare valore a chi crede nelle proprie radici e voler vivere anche di quello”.

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