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Un appello per riconvertire la spesa militare

Come si fa a vivere in un mondo senza guerre? Il primo passo è questo: diminuire le spese militari, gli armamenti in circolazione. Leggete questo appello messo nero su bianco da 50 premi Nobel.

Firma la petizione per diminuire la spesa militare di tutti gli stati

Volentieri segnaliamo e riproduciamo l’appello sottoscritto da 50 Premi Nobel per riconvertire una parte di quanto spendiamo in armi in una battaglia di civiltà multilaterale

Ridurre le spese militari del 2% in tutti i Paesi. Risparmiare mille miliardi di dollari in 5 anni per combattere le emergenze planetarie

Secondo l’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma, le spese militari mondiali sono raddoppiate dal 2000. Si stanno avvicinando ai 2000 miliardi di dollari all’anno, e stanno aumentando in tutte le regioni del mondo. Singoli governi sono sotto pressione per aumentare le spese militari perché altri lo fanno. Il meccanismo di feedback sostiene una corsa agli armamenti a spirale – un colossale spreco di risorse che potrebbero essere usate molto più saggiamente. Le corse agli armamenti del passato hanno spesso avuto lo stesso risultato: conflitti mortali e distruttivi. Abbiamo una semplice proposta per l’umanità: i governi di tutti gli stati membri delle Nazioni Unite dovrebbero negoziare una riduzione congiunta delle loro spese militari del 2% ogni anno per cinque anni.

La logica della proposta è semplice:

 
Le nazioni avversarie riducono le spese militari, così la sicurezza di ogni paese aumenta, mentre la deterrenza e l’equilibrio sono preservati.

L’accordo contribuisce a ridurre l’animosità, diminuendo così il rischio di guerra.

Vaste risorse – un “dividendo di pace” di ben mille milioni di dollari entro il 2030 – sono rese disponibili.

Proponiamo che la metà delle risorse liberate con questo accordo siano assegnate a un fondo globale, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, per affrontare i gravi problemi comuni dell’umanità: pandemie, cambiamento climatico e povertà estrema. L’altra metà rimane a disposizione dei singoli governi. Tutti i paesi avranno quindi nuove risorse significative. Alcune di queste possono essere usate per reindirizzare le forti capacità di ricerca delle
industrie militari verso applicazioni pacifiche urgentemente necessarie.

La storia dimostra che gli accordi per limitare la proliferazione delle armi sono realizzabili: grazie ai trattati SALT e START, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica hanno ridotto i loro arsenali nucleari del 90% dagli anni Ottanta. Questi negoziati possono avere successo perché sono razionali: ogni attore beneficia della riduzione degli armamenti dei suoi avversari, e così l’umanità nel suo insieme. L’umanità affronta rischi che possono essere evitati solo attraverso la cooperazione. Cooperiamo, invece di litigare tra di noi.

Su Unimondo e Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo. Per sottoscrivere l’appello clicca qui

*Articolo pubblicato su Unimondo

  

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