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I volti di San Martino: Lorenzo Paris e la sua azienda agricola

Tra i produttori che partecipano al mercato di San Martino (Trento) del giovedì, c’è anche l’azienda agricola Paris Lorenzo, che nasce dalla fusione di Biovallelaghi. Conosciuto il fagiolino che si chiama “anellino” o “stortino” di Trento che, come ci spiega Lorenzo Paris, racchiude anche la sua filosofia di agricoltore.

Lorenzo Paris e la sua azienda agricola al mercato di San Martino, che riparte giovedì 7 aprile dopo lo stop invernale

Ogni giovedì, nel quartiere di San Martino, a Trento, si intrecciano storie, sapori e colori diversi che appartengono al mondo dell’economia solidale trentina. Il mercato, che ripartirà giovedì 7 aprile dopo la pausa primaverile, si svolge negli spazi esterni della Bookique in orario d’aperitivo, per invogliare anche gli studenti universitari a incontrare chi, quando vende, “ci mette la faccia”.

Quali sono i produttori che partecipano al mercato di San Martino? Lo raccontiamo attraverso una serie di interviste, per spiegare cosa #succedeaSanMartino il giovedì pomeriggio. Domani alla riapertura del mercato ci sarà anche l’azienda agricola Paris Lorenzo, che nasce da Biovallelaghi e si trova a Covelo di Vallelaghi. L’azienda è conosciuta per i suoi ortaggi, in particolare per l’“anellino” o “stortino” del Trentino, un fagiolino a uncino e striato che, come ci racconta Lorenzo Paris, è originario di Trento.

Partecipa ad altri mercati oltre a quello di San Martino? C’è una differenza?

È dal 2017 che partecipo con Biovallelaghi al mercato dell’Economia Solidale Trentina di Santa Maria Maggiore. Da quando è iniziato quello di San Martino, quindi, sono impegnato il giovedì mattina e il giovedì pomeriggio. Il posto dove si svolge il mercato di San Martino è molto bello. Sembra un mercatino rionale più che un mercato vero e proprio: ha una location molto piccola e i banchetti sono molto vicini tra loro.

L’unica pecca è che, dopo un boom iniziale a fine settembre, poi siamo stati in un “periodo di stanca” per il lavoro agricolo. Anche l’orario invernale non ha aiutato, visto che, con il buio, le persone tendono a uscire meno. Però c’è stato uno zoccolo duro di persone che ha continuato a venire anche in periodo invernale, tra i quali alcuni studenti: il mercato di San Martino, questo sì, ha richiamato qualche studente in più. Anche se già in Santa Maria, essendo in pieno centro, abbiamo degli universitari come clienti.

Che prodotti vende?

Una gamma abbastanza ampia di prodotti stagionali dell’orto. Adesso c’è insalatina da taglio, spinacio, porri invernali, radicchio, radicchietto, ravanelli e biete. Con l’inizio della stagione, poi, c’è un po’ di tutto, tra cui anche zucchine e fagiolini. L’unica lavorazione che faccio, invece, è l’essiccazione di fiori e di erbe officinali. E assieme a un altro ragazzo faccio lo zafferano.

Come è nata la sua azienda agricola?

Biovallelaghi è nata nel 2016, anche se adesso sta per chiudere e si sta per dividere in due diverse aziende: una dedicata agli ortaggi, l’altra all’allevamento di galline ovaiole. La mia azienda agricola, azienda agricola Paris Lorenzo, si occuperà della parte degli ortaggi a Covelo di Vallelaghi, mentre il mio collega Luca Sommadossi manterrà la parte di allevamento.

Quale è il suo prodotto “forte”?

Il fagiolino è un prodotto che rispecchia la mia idea di produzione. Ne produco e ne vendo molto, sia il giovedì mattina sia il giovedì pomeriggio. Si tratta di un fagiolino a uncino un po’ striato che si chiama “anellino” o “stortino” di Trento. Lo uso anche per rigenerare il terreno, perché il fagiolino, come tutte le leguminose, arricchisce il terreno anziché togliere azoto.

Ha conosciuto nuove realtà con cui prima non era in contatto a San Martino?

Alcuni li conoscevo di nome, con altri ci conoscevamo già. Comunque sì, ho conosciuto nuove aziende agricole.

Perché le persone dovrebbero venire al Mercato di San Martino?

Credo che offra un ottimo mix di prodotti del territorio. Andiamo da ortaggi di stagione, come i miei, quelli di Marco Tasin e di Stefania Lusuardi, agli insaccati di Aneghe Taneghe e al formaggio di Amaltea e al pane di Migola. Se una persona vuole fare una spesa a chilometro zero e qualitativamente molto buona, vale la pena venire qui. Così sostiene anche una vera filiera a chilometro zero.

I contatti dell’associazione e dell’azienda agricola: 3346291506 (Lorenzo Paris)

Intervista a cura di Marianna Malpaga e Angela Dalpiaz

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