Logo Fà la cosa giusta Trento

Consumismo. Una riflessione sulle nostre abitudini

A volte non hai proprio bisogno di fare nuovi acquisti, ti basta prendere del tempo per capire che non sono necessari.

Prima di acquistare qualcosa prova a pensare: “ne ho veramente bisogno?” Photo by Jon Tyson on Unsplash.

Negli ultimi anni siamo diventati tutti molto più consapevoli dell’importanza della sostenibilità, del consumo etico e del movimento zero-waste. Il mondo sta migliorando poco a poco grazie agli sforzi di alcune persone. Ma se non fosse uno sforzo? Ecco come faccio la mia parte, che non ha significato un cambio del mio stile di vita e non ha richiesto alcun tipo di nuovo materiale. 

Non mi è mai piaciuto spendere soldi, do un grande valore ai soldi che guadagno e mi fa piacere spenderli solo su alcune cose: viaggi, amici e cibo. D’altra parte, non sono una materialista, possedere cose non mi dà la gioia che sembra dare agli altri. Così è come viene naturale a me e negli ultimi anni, condividendo le mie opinioni con alcune persone vicine, mi sono resa conto che praticamente chiunque potrebbe come me.

Esistono numerosi studi dietro al fatto di come la felicità sia legata agli acquisti a dirci che è difficile esercitare l’autocontrollo quando si fanno degli acquisti. Alcuni ricercatori della Stanford University hanno scoperto che quando si vedono immagini di oggetti che si vorrebbero acquistare, una regione del nostro cervello dove si trovano i recettori della dopamina viene attivata, facendoci sentire felice all’improvviso.

Ma i flussi di dopamina non sono una forma di felicità durevole, si tratta solo di una sensazione temporanea, che è diventata molto più facile da ottenere ora che lo shopping online è così facile.

Ecco alcuni consigli che do alle persone quando mi chiedono come faccio a risparmiare soldi o a non consumare oltre al necessario.

Innanzitutto, pensa al motivo per cui stai acquistando qualcosa a perchè desideri avere quel prodotto.

A volte diamo ai vestiti e agli oggetti un significato che in realtà non hanno e pensiamo che acquistando un certo prodotto ci sentiremmo in un certo modo. Ecco un esempio. Vuoi iniziare a correre e quindi vai online e riempi il tuo carrello con scarpe e abbigliamento sportivo, una fantastica bottiglia d’acqua e un porta cellulare per quando andrai a correre. In più, prendi due magliette e due pantaloni in modo da poter avere un ricambio. Sì, ha senso ma … di cosa hai bisogno in realtà per iniziare a correre? Delle scarpe da corsa. Sicuramente possiedi già un paio di pantaloni sportivi e una maglietta. Una volta che andare a correre sarà diventata un’abitudine, potrai iniziare a procurarti l’attrezzatura di cui hai bisogno quando ne avrai bisogno.

Prima di acquistare un prodotto, pensa a quanto lo vuoi in realtà. Personalmente non compro nulla a meno che non sia nella mia mente da molto tempo. Tratto tutto come se fosse un tatuaggio. Se tra tre mesi sto ancora pensando di ottenerlo, allora lo otterrò.

Evita di fare acquisti online. Le piattaforme di acquisti online sanno come farti voler comprare le cose. Un ottimo modo per sapere se vuoi davvero un prodotto è chiederti: sono disposto a cercare questo prodotto a livello locale? Ti vestiresti, cammineresti per le strade della tua città e riusciresti a trovare lo stesso prodotto in un negozio fisico? Se la risposta è sì, vai a cercare il prodotto nella tua zona e sostieni un’azienda locale! Se la risposta è no, allora non ne hai davvero bisogno o non lo vuoi così tanto.

Hai visto? La maggior parte delle volte si tratta solo di pensarci un attimo. E questo non solo ti aiuta a risparmiare i tuoi soldi, ma anche a ridurre il tuo impatto ambientale. Come affermato in: Consumerism and environment: does consumption behaviour affect environmental quality? a cura di Carlo Orecchia e Pietro Zoppoli:

“Following Duchin (1998) most environmental degradation can be traced to the behaviour of consumers either directly, through activities like the disposal of garbage or the use of cars, or indirectly through the production activities undertaken to satisfy them. This is why we believe that a consumption-based approach is a more appropriate measure of global environmental impact than PCI. It enables us to evaluate not only the burden of human activity on the environment but also how shifts in consumption patterns and consumers’ life styles can stress or improve such burden”

Consumerism and environment: does consumption behaviour affect environmental quality? C. Orecchia e P. Zoppoli (2007)

Non dobbiamo tutti diventare minimalisti o avere uno stile di vita zero waste. A volte basta riflettere un attimo su se stessi e sulle nostre scelte.

Potrebbe interessarti anche…

Cambiamenti climatici in Perù: la storia di Livia Serrao

di Elisabetta Chiesa

Cosa significa l’emergenza climatica per i contadini delle valli peruviane? Lo abbiamo chiesto a Livia Serrao, dottoranda dell’Università di Trento in un progetto di Mandacarù.

cambiamentoclimaticoequosolidaleintervista

Prova a sbucciare la lattuga!

di Elisabetta Chiesa

Cosa succederebbe se mangiassimo le bucce di frutta e verdura? Apparentemente avremmo solo da guadagnarci. È quello che sostiene Lisa Casali, scienziata ambientale, blogger e scrittrice, nel suo ultimo libro.

cucinaLibriRiciclo

Evento: Trekking solidale a Rovereto

di Redazione

Da Rovereto alla collina: questo sarà l'itinerario del quinto trekking solidale in programma domenica 3 ottobre con partenza alle ore 9.00.

eventomanifestazionitrekking

Hai bisogno di informazioni?