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Si muore (di più) di caldo

Un recente studio pubblicato su Nature dimostra gli effetti catastrofici del cambiamento climatico dovuto all’attività umana sulle nostre stesse vite.

Rispetto all’era pre-industriale, la temperatura globale è aumentata di circa 1.2° C, con alcune regioni più densamente abitate che hanno rilevato un aumento delle temperature fino a 2° C.  Conosciamo ormai gli impatti del riscaldamento climatico, dagli eventi meteorologici estremi agli squilibri tra diversi territori, alcuni sempre più aridi, altri sempre più piovosi, dalle temperature più alte nelle città, alla scomparsa dei ghiacciai in montagna. Ma qual è l’impatto sui nostri stili di vita? E se ci stessimo scavando una fossa da soli, provocando con la nostra attività delle condizioni di vita non adatte alla nostra sopravvivenza?

Una delle conseguenze del cambiamento climatico è l’aumento degli incendi. Photo by Matt Palmer on Unsplash.

Lo studio

In un articolo pubblicato recentemente su Nature sono stati analizzati i dati relativi a 732 località in 43 paesi del mondo, tra 1991 e 2018, per misurare la percentuale di mortalità associata all’esposizione addizionale al caldo causata dal recente riscaldamento dovuto all’attività umana. Il 37% dei decessi legati al caldo a livello globale possano essere attribuite all’attività umana, dichiarano gli studiosi. In paesi come Iran, Kuwait, Filippine, Thailandia, e in numerosi paesi dell’America centrale e del sud, più del 50% dei decessi causati dal caldo può essere attribuito al riscaldamento causato dall’attività antropica. 

Al momento, questo studio rappresenta la più ampia ricerca che abbia mai indagato gli impatti sulla salute del cambiamento climatico. I ricercatori hanno esaminato le condizioni meteorologiche passate, sotto scenari con e senza emissioni dovute all’attività umana, così da poter rilevare separatamente il riscaldamento e il relativo impatto sulla salute legato all’attività umana rispetto ai trend naturali. 

Le istituzioni devono agire

Come dichiarato al Guardian da Clare Gooddes, senior research fellow della scuola di scienze ambientali dell’University of East Anglia: “le persone stanno già morendo in ogni continente a causa dell’aumento dello stress termico dovuto al cambiamento climatico antropico. Questo evidenzia l’imperativo per un’azione globale per tagliare le emissioni di gas serra. È più importante che mai che emergano accordi significativi dalla COP26 (Conferenza ONU sul Clima) prevista per novembre”.

Precedenti studi hanno già rilevato effetti del riscaldamento climatico sulla salute umana, come complicazioni respiratorie e cardiovascolari; l’aumento della mortalità attribuibile ai cambiamenti climatici rilevata in questo studio è solo uno dei tanti aspetti di questa interazione. Antonio Gasparrini, della London School of Hygiene & Tropical Medicine, sostiene che questi dati rappresentino “una chiamata all’azione per prevenire o provare ad attenuare gli effetti che, ovviamente, saranno molto più elevati in futuro se il riscaldamento climatico continua ad andare avanti. Il messaggio che dobbiamo portarci a casa è: non dobbiamo aspettare fino al 2050 per vedere aumenti di decessi legati all’aumento delle temperature”.  I ricercatori dello studio sostengono che i loro risultati dimostrano ulteriormente la necessità di adottare politiche pubbliche per ridurre il riscaldamento globale e di interventi per tutelare le popolazioni maggiormente esposte all’aumento delle temperature. 

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