La Trento che non ti aspetti: il “trekking solidale” per le vie del capoluogo
La sveglia, sabato 23 ottobre, è stata puntata presto. Un gruppo di persone molto eterogeneo per età e provenienza è partito da Trento Expo per il “Trekking Solidale Urbano”, una passeggiata alla scoperta di alcune cooperative sociali e aziende agricole biologiche del capoluogo.
La sveglia, sabato 23 ottobre, è stata puntata presto. Un gruppo di persone molto eterogeneo per età e provenienza è partito da Trento Expo per il “Trekking Solidale Urbano”, una passeggiata alla scoperta di alcune cooperative sociali e aziende agricole biologiche del capoluogo.
La guida, come per i trekking di Rovereto, Brentonico, Bosentino e Cles, è stata Laura Andreolli. “Nel corso dei trekking abbiamo conosciuto un sacco di realtà e, nel mentre, si sono create anche tante relazioni”, ha spiegato ai partecipanti prima della partenza. “Questo però per me è il giorno più bello, perché il trekking di oggi coinvolge delle realtà alle quali sono particolarmente affezionata; persone che fanno il proprio lavoro con amore e passione. E l’amore e la passione per quello che si fa è sempre fonte di un’energia inesauribile”.

Prima tappa: Biocesta del Gusto, in via Malcesine
L’insegna colorata di “Biocesta del Gusto” svetta, oltre che in via dei Solteri, in via Milano. È qui che ci fermiamo e incontriamo Giulia de Gramatica, che ci racconta la storia del negozio, che ha aperto i battenti nel 2013. “Io e il mio compagno, Leonardo Bonamini, abbiamo cominciato ad andare una volta in settimana al mercato del fresco di San Michele all’Adige”, racconta Giulia. “Da lì, poi, è nata l’idea di aprire Biocesta del Gusto”.
Il nome non è casuale. I genitori di Giulia, infatti, sono proprietari del Maso del Gusto, la prima azienda biologica del Trentino, che è nata nel 1981 e produce mele e derivati (mele secche e succo, per fare solo degli esempi).
A Biocesta del Gusto, però, non troverete solamente prodotti locali. Questa settimana dovrebbero arrivare gli avocado e i manghi direttamente dalla Sicilia, e ci sono anche alcuni prodotti che provengono dalla Puglia. “In ogni caso – aggiunge Laura Andreolli – Biocesta del Gusto è una rete molto attenta alle produzioni biologiche locali. Anche a quelle delle valli, che vengono valorizzate qui in negozio, perché non sempre i loro produttori hanno il tempo per venire al mercato contadino di Trento”.

“In cassa – prosegue Giulia – cerchiamo di consigliare di utilizzare tutto, anche la buccia della zucca e le foglie dei ravanelli. Cerchiamo anche di incentivare le persone a usare tutte le verdure, anche attraverso la nostra biocesta, dove mettiamo frutta e verdura. Ci siamo resi conto, infatti, che le persone mangiano sempre le solite cose, e cerchiamo di invertire quest’abitudine”.
Arriva, come per ogni tappa, il momento della degustazione. Oltre al succo di mela, assaggiamo mele essiccate morbide e croccanti, alcune delle quali ricoperte da cioccolato al latte. In via Malcesine e in via Solteri, infatti, troverete tante diverse tipologie di mele.

Seconda tappa: saliamo alla volta di Villa Sant’Ignazio e di Cooperativa Samuele
Una passeggiata lungo il Fersina e, dopo una salita, arriviamo in collina. Qui, dopo aver ammirato il panorama sulla città di Trento, incontriamo Barbara Grossi, responsabile dell’area ristorazione di Cooperativa Samuele e presidente di Forchetta&Rastrello, Daniela Zusi, dell’ufficio progetti, e Massimo Komatz, coordinatore di Villa Sant’Ignazio.
Villa Sant’Ignazio e Cooperativa Samuele, come ci raccontano, sono legate, come in una sorta di processo di gemmazione. Entrambe le strutture sono date in comodato d’uso gratuito alle cooperative dai gesuiti, e Cooperativa Samuele nasce da Villa Sant’Ignazio, dove si è riscontrata la necessità di avere un ente che si occupasse della formazione lavorativa delle persone accolte in quella che è una vera e propria casa.
A “Villa” – il “nickname” della struttura – vengono ospitate persone che hanno bisogno di accoglienza, che vengono accompagnate in un processo per l’acquisizione di autonomia, nella vita e nel mondo del lavoro. Dietro la struttura c’è un parco, privato ma aperto a tutti. “Teniamo le porte sempre aperte a chi passa di qua – precisa Barbara Grossi – per incontrare nuove persone e per far scoprire una realtà sociale che altrimenti resterebbe abbarbicata sulla collina”.
L’obiettivo di Cooperativa Samuele è rafforzare quello che, in gergo, viene chiamato il “dopo di noi”; il momento, cioè, in cui le persone che sono passate per Villa Sant’Ignazio prenderanno pienamente in mano le redini della propria vita e saranno autonome al cento per cento.

Sono tre gli “ambiti lavorativi” di Cooperativa Samuele: verde, ristorazione e cuoio. Il settore della ristorazione, in questo periodo, è particolarmente in fermento. Quali sono le novità? La prima è legata a La Botega, un servizio per la spesa online nato in tempo di Covid. A breve, infatti, aprirà un locale in via Marchetti dove si potranno acquistare tutti i prodotti biologici di Cooperativa Samuele. Sta per aprire inoltre anche un bar a Sanbapolis, sopra la palestra, con una bella vista sulla città di Trento. Fungerà da mensa per le scuole Pertini ma, a differenza del bar che si trova in sede, sarà aperto anche a tutta la cittadinanza.
Anche qui assaggiamo dei prodotti realizzati dai ragazzi di Cooperativa Samuele: una torta con mele e limone e un’altra al cioccolato, prodotte grazie al contributo dell’azienda agricola Tondini, che ha messo a disposizione le sue uova.
Sono tante le collaborazioni in attivo. Ce n’è una con le Cantine Lunelli, che hanno usato anche l’uva colta in collina per alcune bottiglie di spumante, sulle quali è apposto il logo di Cooperativa Samuele. La Sportiva, invece, ha prodotto degli oggetti con il cuoio conciato vegetale toscano cucito a mano dai ragazzi di Cooperativa Samuele. I prodotti fatti con il cuoio sono venduti in via San Marco, ad Artelier.

“Avrete già capito che qui succedono tante cose”, aggiunge sorridendo Massimo, coordinatore di Villa Sant’Ignazio. Da La Botega, infatti, è partita l’idea del mercato serale del giovedì di San Martino. Assieme a produttori dell’economia solidale e a La Bookique, ci si è lanciati in questa nuova avventura per intercettare un pubblico diverso rispetto a quello che frequenta il mercato contadino del mattino.
Terza tappa: Forchetta&Rastrello, la cooperativa che gestisce il bar immerso nel giardini del Buonconsiglio
Se da Villa Sant’Ignazio è nata Cooperativa Samuele, da Cooperativa Samuele è nata invece la cooperativa sociale di solidarietà “Forchetta&Rastrello”, che gestisce la caffetteria che si trova nella splendida cornice dei giardini del Castello del Buonconsiglio. Qui ci accoglie Astrid, che ci offre del succo di mela e delle saponette profumate per i cassetti della biancheria. Il bar è aperto dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18. A novembre, però, l’orario cambia (apertura dalle 9 alle 17). Per arrivarci, non serve passare dalla biglietteria del Castello del Buonconsiglio: si entra nell’ingresso (gratuito) riservato ai giardini.

Quarta tappa: La Bookique, sede del mercato di San Martino, in una “Trento insolita”
Arriviamo nel quartiere di San Martino, precisamente alla Bookique, dove ci accoglie Serena Tomasi, che ci racconta la storia di questo posto. “Siamo qui grazie a un bando comunale per le attività culturali rivolte ai giovani e alla riqualificazione del quartiere”, spiega. “Come Bookique, ci siamo specializzati soprattutto nella musica e nei concerti dal vivo, ma abbiamo sempre accolto tante realtà associative nella nostra piazzetta”.

Le sedie colorate della Bookique, il giovedì sera, dalle 17.30 alle 21.30, si popolano ancora di più. In quella fascia oraria, infatti, è organizzato il Mercato di San Martino, “un azzardo – come ci spiega ridendo Serena – visto che l’abbiamo aperto da poco e che andiamo verso il periodo invernale”. L’iniziativa, però, sta andando bene, e rivitalizza ancora di più un quartiere storico di Trento. “Al mercato del giovedì sera non acquistate solamente”, precisa Serena. “Avete anche la possibilità di socializzare e, dalle 18, di bere un drink con un tagliere di affettati e formaggi”.
Prima di lasciarci, un breve accenno sulla storia del quartiere, che ha un respiro d’internazionalità con tutti i locali che hanno aperto i battenti e i giovani che lo frequentano. “San Martino era l’entrata fluviale della città”, spiega Serena. “Qui c’era una cava da cui hanno estratto il materiale con il quale sono state costruite le case di Trento. Vedete – ci dice indicando tutt’attorno – come qui è tutto scavato”.

Quinta tappa: il mercato contadino di Piazza Dante e Black Sheep, a due passi dal Duomo
Dopo una degustazione di formaggi, biscotti e frutta al mercato contadino di Piazza Dante, dove incontriamo produttori che provengono da tutto il Trentino, affrettiamo il passo.

In via Belenzani ci aspetta la mamma di Michele Granuzzo, titolare di Black Sheep, la pasticceria vegana di Trento. “Era il 2016 quando Michele ha scelto di diventare vegano”, ci racconta. “È andato a Berlino, ha frequentato una scuola di pasticceria a Milano e poi ha lavorato al Veganima di Arco. Aveva però un sogno: aprire una sua linea di pasticceria. E così è stato, perché due anni fa abbiamo vinto un bando del Comune di Trento e il laboratorio di Michele ha preso vita. Presto, speriamo per Natale, apriremo un punto vendita al 52 di via Belenzani, qui vicino”.

Anche qui, ovviamente, c’è una degustazione (che merita). Black Sheep organizza anche cene su prenotazione il venerdì sera, che i clienti possono ritirare nel laboratorio di via Belenzani o farsi consegnare a domicilio.

Foto di Rebecca Cuozzo