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I volti di San Martino: “La Botega” di Cooperativa Samuele

Tra i produttori che partecipano al mercato di San Martino (Trento) del giovedì, ci sono anche gli operatori, i volontari e i corsisti de “La Botega” di Cooperativa Samuele. Abbiamo intervistato Elena Zucal e Lorenzo Zanghellini

“La Botega” di Cooperativa Samuele organizza e partecipa al Mercato di San Martino. Foto di Elena Zucal

Ogni giovedì, nel quartiere di San Martino, a Trento, si intrecciano storie, sapori e colori diversi che appartengono al mondo dell’economia solidale trentina. Il mercato, partito a fine settembre 2021 e ora in pausa fino all’inizio della primavera, si svolge negli spazi esterni della Bookique in orario d’aperitivo, per invogliare anche gli studenti universitari a incontrare chi, quando vende, “ci mette la faccia”.

Quali sono i produttori che partecipano al mercato di San Martino? Cominciamo a raccontarlo attraverso una serie di interviste, per spiegare cosa #succedeaSanMartino il giovedì pomeriggio. 

Lorenzo Zanghellini ed Elena Zucal lavorano a Cooperativa Samuele, realtà promotrice del mercato, al quale partecipa con la sua “Botega”, da poco diventata anche uno spazio fisico che ha sede in via Marchetti 34-36. 

“La cooperativa sociale nasce nel 1998 dall’esperienza di Villa Sant’Ignazio”, ci raccontano Lorenzo ed Elena. “Inizialmente si trattava di un piccolo laboratorio interno a Villa Sant’Ignazio, dedicato agli ospiti della comunità residenziale di via delle Laste 22. Nel 1998, però, la cooperativa è diventata un ente autonomo per proporre, attraverso il laboratorio del cuoio, un percorso di formazione al lavoro rivolto alle persone che attraversano un momento di difficoltà”. 

Negli anni sono state attivate diverse attività, tra cui il laboratorio di ristorazione, attivo in collina ma anche nella mensa degli Artigianelli di Trento, nella casa di riposo di Povo – un servizio per il momento sospeso – e al Barone del Castello del Buonconsiglio, che adesso è gestito dalla Cooperativa Forchetta&Rastrello, nata da Cooperativa Samuele. 

Come nasce l’idea di organizzare il Mercato di San Martino?

Elena Zucal: “Il Mercato di San Martino fa parte di un progetto più ampio, Dal seme al mercato, che è finanziato dalla Fondazione Caritro e che vede come partner anche il Comune di Trento, la cooperativa Forchetta&Rastrello e la Bookique. Attraverso questo progetto vogliamo implementare la filiera produttiva del nostro laboratorio di agricoltura sociale: per questo abbiamo scelto di fare rete con altri attori del territorio che si occupano di agricoltura e di economia solidale, con i quali abbiamo rigenerato un campo in zona Ghiaie, a Trento, che adesso ospita una coltivazione di cereali e patate, e un vigneto a Villazzano. I prodotti e i trasformati che nascono da questo progetto, coltivati con metodo biologico e con grande attenzione alla biodiversità, sono venduti al Mercato di San Martino, che però non si inserisce solamente in un contesto di rigenerazione agricola”.

Perché avete scelto di “portare” il mercato proprio in questo quartiere di Trento?

Elena: “Il quartiere era inserito in un processo di rigenerazione partito già da qualche anno, per volontà del Comune ma anche degli esercenti e della Bookique stessa, che ha dato una grande spinta in questo senso. Il luogo, quindi, è venuto un po’ da sé: la piazzetta della Bookique sembrava perfetta per ospitare un mercato cittadino. In questo mercato coinvolgiamo anche i corsisti della nostra cooperativa, quindi le persone che sono inserite in percorsi di avvicinamento al lavoro e che sono coinvolte in un’attività lavorativa in un contesto molto socializzante. Per questo l’abbiamo chiamato ‘mercato di comunità’, aderendo al bando ‘Welfare a km zero’ della Caritro: a San Martino si creano nuove relazioni tra le persone che ospitiamo, gli abitanti del quartiere, i cittadini di Trento, gli studenti universitari e i lavoratori, facilitati dall’orario serale che prova a intercettare un pubblico diverso rispetto a quello dei mercati cittadini standard”. 

Oltre all’orario, perché il Mercato di San Martino è diverso dagli altri?

Lorenzo Zanghellini: “L’orario è certamente l’aspetto più evidente, ma c’è anche la relazione con i produttori e il fatto che non si tratta di un mercato dove si vende e si compra soltanto: ci sono anche degli eventi organizzati per fare comunità e fare rete. Cerchiamo poi di coinvolgere anche associazioni e cooperative, non solo aziende agricole”. 

Elena: “Il nostro obiettivo è promuovere una cultura della sostenibilità attraverso la vendita dei prodotti, ma anche tramite gli eventi collaterali che sono stati organizzati tra fine settembre e dicembre, con la prima sperimentazione del mercato”.

Lorenzo: “Il mercato è sempre un posto dove si incontrano i produttori, però in questo si cerca veramente di rompere le barriere con chi va a comprare, informando e sensibilizzando i cittadini-consumatori. È importante anche l’aspetto di rigenerazione del quartiere, perché di solito i mercati sono organizzati in pieno centro”. 

C’è stata una buona partecipazione finora? Gli studenti e i lavoratori sono venuti?

Lorenzo: “Con il tempo anche le persone del quartiere hanno cominciato ad attenderlo come una sorta di appuntamento fisso e a riconoscerlo come un valore per tutto il quartiere. Il giovedì sera, nella strada tra lavoro e casa, tanti passavano di lì per fare la spesa e prendersi un aperitivo. Oltre all’aperitivo, hanno facilitato la partecipazione degli studenti anche gli eventi collaterali che abbiamo organizzato con alcune associazioni giovanili come SanbaRadio”. 

Elena: “I feedback sono stati positivi. ‘Ora che so che c’è tornerò volentieri’, ci dicevano. Però ci siamo scontrati anche con alcune difficoltà, come il freddo e il buio, siccome il Mercato di San Martino è stato avviato in periodo autunnale”.  

Come è nata La Botega di Cooperativa Samuele?

Elena: “Il terzo laboratorio di Cooperativa Samuele, dopo quello del cuoio e quello della ristorazione, è legato all’agricoltura sociale: il lavoro all’aria aperta porta molti benefici, soprattutto per le persone che seguiamo. Quindi è stato avviato un progetto sperimentale nel vigneto e negli orti vicini alla sede di via delle Laste e, grazie al progetto Dal seme al mercato, da un po’ di tempo coltiviamo anche il vigneto di Villazzano e il campo in zona Ghiaie. La Botega, però, è nata in particolare durante il lockdown del 2020, per far fronte alla crisi attraversata dal settore della ristorazione: i corsisti impegnati in quel settore in quel periodo erano rimasti senza un luogo di formazione”. 

Lorenzo: “La Botega nasce da una necessità, così come tutte le azioni di una cooperativa sociale. Durante il lockdown, le persone che venivano nei nostri orti a fare la spesa si sono trovate, come tutti, chiuse in casa. Siamo partiti quindi con la spesa online, un e-commerce che è stato molto apprezzato e che ci ha permesso di farci conoscere anche da altre persone. Una nostra cliente, poi, ci ha dato in comodato d’uso uno spazio in via Marchetti 34-36: il 14 dicembre 2021 ha aperto quindi i battenti il negozio ‘fisico’ La Botega, anche per concretizzare tutto il lavoro che era stato fatto online, che comunque rimane”. 

Il negozio di via Marchetti sta andando bene?

Elena: “Il nostro obiettivo era aprirlo entro il 2021, e ci siamo riusciti. L’idea, adesso, è che il Mercato di San Martino possa fare da volano per questo negozio, dove vendiamo anche i prodotti di altre persone che partecipano al mercato del giovedì pomeriggio”. 

Lorenzo: “Il negozio è diventato anche uno spazio in cui i corsisti possono sperimentarsi con un altro tipo di lavoro”. 

Elena: “E, senza volerlo, lo spazio che ci è stato dato in comodato d’uso è proprio nella via parallela a via San Marco, dove c’è l’Artelier di Cooperativa Samuele. Non si trova in una via di passaggio, quindi bisognerà lavorare tanto sulla comunicazione. Perciò abbiamo avviato anche una collaborazione con l’associazione universitaria UNITIN, ‘Frutta fresca’, per coinvolgere gli studenti universitari: prepariamo dei sacchetti di frutta e verdura a prezzo calmierato – cinque euro a sacchetto – da una parte per evitare gli esuberi in negozio, dall’altra per avvicinare i giovani al consumo critico e alla sostenibilità”. 

La Botega partecipa ad altri mercati?

Elena: “No, quello di San Martino è il primo in assoluto”. 

Qual è il prodotto che vi identifica?

Lorenzo: “Da una parte ci sono i trasformati, che sono confezionati dai nostri ragazzi con i prodotti degli orti, dall’altra invece la farina che viene dal campo delle Ghiaie, che stiamo convertendo al biologico anche grazie alla collaborazione di Mas de Gnac, un’attività della cooperativa Gruppo 78 di Rovereto, che lavora con ragazzi con fragilità psichiatriche”.

Elena: “In generale, comunque, quel che ci caratterizza sono i prodotti di comunità, come il grissino, che abbiamo lanciato proprio all’interno del Mercato di San Martino. Anche in questo caso, la produzione avviene in collaborazione con altre realtà, in particolare Mas de Gnac e il Panificio Moderno. Dei prodotti molto importanti de La Botega sono la frutta e la verdura, ma anche i nostri trasformati, come la giardiniera, la marmellata e i biscotti artigianali. Stiamo cercando di puntare anche sulla gastronomia fresca”.

Conoscevate tutte le realtà che partecipano al Mercato di San Martino?

Lorenzo: “C’è stato un lavoro di selezione e ricerca. Tutti i partecipanti aderiscono al disciplinare dell’Economia Solidale Trentina. Alcuni li avevamo già intercettati, perché magari erano nostri fornitori: sono produttori autonomi, locali e con filosofie molto particolari. Ma ci sono anche altre realtà, come ad esempio la cooperativa CS4 di Pergine, che ha un laboratorio di agricoltura sociale ma anche di riuso e riciclo di tessuti”. 

Qual è la richiesta più strana che vi è stata fatta al Mercato di San Martino?

Elena: “Non era al Mercato di San Martino, ma una volta ci è stato chiesto cibo sostenibile per cani e gatti”.

Perché le persone dovrebbero venire al Mercato di San Martino?

Lorenzo: “Anzitutto per in-formarsi, per formarsi sul luogo. E poi per bere qualcosa di buono alla Bookique. E perché è una bella opportunità per parlare e per incontrare i produttori, che non vedono l’ora di spiegare quel che fanno e soprattutto come lo fanno. Quindi per sensibilizzarsi e per conoscere”.

Elena: “Perché è un contesto molto divertente e familiare, e perché si ha la possibilità di capire come vengono realizzate le cose che si mangiano e si acquistano. È sicuramente un ambiente molto bello dove passare il giovedì sera e dove fare un aperitivo alternativo, con un piattino di prodotti provenienti dai produttori del mercato”. 

Per contattare La Botega di Cooperativa Samuele: labotega@coopsamuele.it, 0461230888 e https://labotegadisamuele.it

Intervista a cura di Marianna Malpaga e Angela Dalpiaz

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