I volti di San Martino: Serena Tomasi della Bookique
Il Mercato di San Martino (Trento) del giovedì si svolge negli spazi esterni della Bookique, un locale che ha aperto i battenti nel 2011 per rivitalizzare il quartiere. Abbiamo parlato con Serena Tomasi, che la gestisce.

Ogni giovedì, nel quartiere di San Martino, a Trento, si intrecciano storie, sapori e colori diversi che appartengono al mondo dell’economia solidale trentina. Il mercato, partito a fine settembre 2021 e ora in pausa fino all’inizio della primavera, si svolge negli spazi esterni della Bookique in orario d’aperitivo, per invogliare anche gli studenti universitari a incontrare chi, quando vende, “ci mette la faccia”.
Quali sono i produttori che partecipano al mercato di San Martino? Cominciamo a raccontarlo attraverso una serie di interviste, per spiegare cosa #succedeaSanMartino il giovedì pomeriggio.
Oggi è la volta della Bookique, che ospita il mercato e che è partner del progetto lanciato da Cooperativa Samuele “Dal seme al mercato”. È Serena Tomasi, alla quale a fine gennaio è passata la “guida a pieno titolo” della Bookique, a raccontarci cosa succede nel cortile esterno del locale, che l’anno scorso ha festeggiato i 10 anni di attività. “Nel 2011 il mio ex socio Marco Rosi ha vinto un bando delle Politiche Giovanili del Comune per creare un presidio nel quartiere di San Martino – racconta Serena Tomasi – un luogo che attirasse i giovani non solamente con intrattenimento alcolico, ma anche con una ricca proposta culturale. La presenza della Bookique ha contribuito così a richiamare l’attenzione sul quartiere, anche perché, assieme ad altri soggetti, anche il nostro locale fa parte del gruppo che ha costituito il Comitato San Martino Dentro”.

Com’è nata l’idea del mercato di San Martino?
È partita molto prima della pandemia. Io e Marco Rosi, il mio ex socio, volevamo rivitalizzare lo spazio esterno della Bookique. Entrambi abbiamo fatto un’esperienza Erasmus, e ci piaceva l’idea di replicare i mercati delle grandi città, come il San Miguel a Madrid, che di solito sono al coperto. Sono mercati che, alle bancarelle con i prodotti locali, abbinano una proposta di intrattenimento e di socialità. Così il mercato diventa anche un luogo in cui incontrarsi, fare rete e sviluppare nuove idee e progetti. Cooperativa Samuele è stato un partner eccezionale in questo, perché ha accolto la nostra idea e l’ha sviluppata.
Qual è la differenza con gli altri mercati?
Non c’è solamente il rapporto uno a uno che si ha in un mercato “ordinario”. Chi viene a San Martino ha la possibilità di conoscere i produttori e di dialogare con alcune realtà locali. È un modo per stimolare la curiosità delle persone. Ed è interessante il dialogo che si crea tra l’acquirente e l’espositore. Le persone vengono qui anche solo per l’atmosfera che si è creata e per le attività di intrattenimento che proponiamo, come le presentazioni di libri sui temi dell’ambiente e della sostenibilità.
Dopo il recente “passaggio di consegne” ci saranno dei cambiamenti alla Bookique?
La Bookique proseguirà sulla stessa linea. Sarà sempre un luogo accogliente dove i giovani e le realtà cittadine possono esprimere la propria creatività ma anche le proprie istanze. Non ospitiamo solo attività di intrattenimento, ma anche delle riunioni di associazioni studentesche e cittadine che non hanno un proprio spazio. Il nostro scopo, poi, è quello di essere a disposizione del quartiere di San Martino; anche il mercato nasce per andare incontro alle esigenze di un quartiere che non è vicinissimo ai supermercati e per essere un punto di ritrovo per gli abitanti del quartiere.
Qual è il cocktail che vi identifica?
Direi lo spritz alla rosa, un aperitivo molto fresco e non troppo alcolico, ideale per l’estate. E in occasione del mercato lasciamo che siano gli espositori a preparare “un contorno” per l’aperitivo: un tagliere molto ricco con salumi, formaggi e pane che permette di conoscere i produttori anche a chi frequenta il nostro bar.
Qual è la richiesta più strana che ti è stata fatta al mercato di San Martino?
Non è una richiesta, però abbiamo ricevuto una bellissima recensione su Google da una persona di Trento che non conosceva assolutamente la Bookique e che è arrivata qui per il mercato di San Martino. È molto positivo, perché con il mercato andiamo a intercettare anche una fetta di cittadinanza che non partecipa alle nostre attività di intrattenimento musicale, per le quali vengono solitamente persone tra i venti e i quarant’anni.
Perché le persone dovrebbero venire al Mercato di San Martino?
Perché frequentando questo mercato contribuiscono non solo a sostenere i piccoli produttori locali, ma anche a mantenere viva l’attenzione sul quartiere di San Martino. È un po’ un prendersi cura di una parte della città di Trento; una realtà preziosa ma anche molto fragile.
Intervista a cura di Marianna Malpaga e Angela Dalpiaz