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I volti di San Martino: Tommaso Tavernini di Amaltea

Tra i produttori che partecipano al mercato di San Martino (Trento) del giovedì, c’è anche l’azienda zootecnica Amaltea di Dro. Abbiamo intervistato Tommaso Tavernini, una laurea in Scienze motorie, che ha deciso di prendere in mano l’attività avviata dalla madre nel 2005.

Tommaso Tavernini gestisce l’azienda zootecnica Amaltea di Dro, che partecipa al mercato di San Martino

Ogni giovedì, nel quartiere di San Martino, a Trento, si intrecciano storie, sapori e colori diversi che appartengono al mondo dell’economia solidale trentina. Il mercato, partito a fine settembre 2021 e ora in pausa fino all’inizio della primavera, si svolge negli spazi esterni della Bookique in orario d’aperitivo, per invogliare anche gli studenti universitari a incontrare chi, quando vende, “ci mette la faccia”.

Quali sono i produttori che partecipano al mercato di San Martino? Li stiamo raccontando attraverso una serie di interviste, per spiegare cosa #succedeaSanMartino il giovedì pomeriggio.

Viene da Dro l’azienda zootecnica Amaltea, una passione coltivata da Marta Patuzzi, casara, che nel 2005 ha deciso di avviare un’attività tutta sua con l’aiuto del marito, Luca Tavernini, “il pilastro tuttofare” dell’azienda di località Oltra, 2. Oggi Amaltea è portata avanti dal figlio Tommaso, con l’aiuto dei suoi genitori e di suo fratello Nilo. “Mi sono laureato in Scienze motorie – racconta – e ho collaborato per un periodo per il Coni. Poi però ho mollato tutto per scegliere una strada più in linea con le mie idee. Preferisco vedere i bambini correre con le caprette piuttosto che insegnare in una classe, dove stanno muti”.

Come hai saputo che c’era il Mercato di San Martino?

Sono stato chiamato direttamente da Cooperativa Samuele qualche mese prima che il mercato venisse avviato.

A quali altri mercati partecipi? E qual è la differenza con il Mercato di San Martino?

Partecipiamo al mercato contadino, che forse è un po’ meno conviviale. Il Mercato di San Martino è più condiviso. Sarà l’ambiente, la clientela, il fatto che si svolge negli spazi esterni della Bookique e di sera…

Che prodotti esponete?

Formaggio di capra.

Come è nata Amaltea?

È nata ormai 17 anni fa, nel 2005, quando mia mamma, Marta Patuzzi, ha deciso di acquistare tre capre in un momento in cui stava ricostruendo la propria vita. Ormai noi figli – siamo in cinque – eravamo grandi e “fuori dalle scatole”. Per alcuni anni Amaltea è rimasta una piccola realtà familiare, portata avanti grazie all’amore di mia mamma per questi animali e per quello che danno. Poi è diventata qualcosa di più, e mia mamma e mio papà hanno iniziato a partecipare ai primi mercati contadini e a fornire i primi gruppi di acquisto solidale (Gas). Da due, tre anni sono subentrato come titolare dell’azienda, anche se sto ancora facendo gavetta. Senza i miei genitori, comunque, l’azienda non potrebbe esistere. C’è stato un momento in un cui siamo arrivati ad avere 50 capre, ma abbiamo fatto un passo indietro e siamo tornati a 30 perché ci siamo resi conto che rischiavamo di entrare in una dimensione che non è nostra.

Qual è il prodotto che vi identifica?

Direi i “tomini” freschi. Sono delle lattiche fresche, un po’ acidule e spalmabili che mia mamma abbellisce con i petali di alcuni fiori edibili. Sono quasi delle opere d’arte.

Al Mercato di San Martino hai conosciuto qualche realtà con cui prima non eri a contatto?

Almeno un paio, per quell’aspetto conviviale che caratterizza il mercato di cui parlavo prima. Con una, in particolare, potrebbe esserci uno scambio, dal momento che produce vino. Ho conosciuto delle bellissime persone, anche al di là del rapporto professionale.

Qual è la richiesta più strana che ti è stata fatta al Mercato di San Martino?

Ne senti di tutti i colori. Mi è capitato ancora che mi chiedessero delle uova e se le capre fanno uova. C’è chi si documenta su Google o sente delle teorie particolari e fa domande assurde. C’è da dire però che ci sono alcune persone che fanno domande sulla trasformazione e sulla produzione, il che è una rarità.

Perché le persone dovrebbero venire al Mercato di San Martino?

Per rilanciare un posto che è vivo e che ha tanta voglia di innovazione. Il mondo agricolo è lento e vecchio, e un posto così innovativo e che ha slancio secondo me andrebbe sostenuto. Ci sono tante idee che bollono in pentola e l’intenzione di abbinare al mercato musica, teatro e presentazioni di libri.

I contatti dell’azienda zootecnica Amaltea: 3383198443 (Tommaso).

Intervista a cura di Marianna Malpaga e Angela Dalpiaz

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