Scopri l’ecologia digitale con Altreconomia!
Altreconomia propone degli incontri sull'ecologia digitale. Online, questi appuntamenti durano mezzora e sono curati dagli autori del volume edito da Altreconomia "Ecologia digitale. Per una tecnologia al servizio di persone, società e ambiente". Martedì 19 luglio si parlerà di "Economia dell'attenzione", mercoledì 29 luglio di "open data, beni comuni" e martedì 26 luglio di "Non vogliamo che il digitale sia il nuovo petrolio".
Altreconomia propone un ciclo di incontri con gli autori del libro “Ecologia digitale. Per una tecnologia al servizio di persone, società e ambiente”.
Martedì 19 luglio dalle 13.30 alle 14 Stefania Broadbent parlerà de “L’economia dell’attenzione. La monetizzazione del nostro tempo”. Qui il link all’evento.
Stefana Broadbent è Professore Associato al Politecnico di Milano presso il Dipartimento di Design. Tra il 2014 e il 2016 è stata Head of Collective Intelligence presso Nesta, l’agenzia per l’Innovazione Sociale del Regno Unito. In precedenza Stefana è stata docente di Antropologia Digitale all’University College di Londra. Tra le sue pubblicazioni recenti troviamo Valeurs de l’attention (2019), Intimacy at work (2016) e Towards a grey ecology (2015) che trattano il tema dell’attenzione.
Mercoledì 20 luglio dalle 14.30 alle 15 un incontro con Maurizio Napolitano sul tema “Open data, beni comuni”.
Martedì 26 luglio dalle 13.30 alle 14 Francesco Cara parlerà di “Non vogliamo che il digitale sia il nuovo petrolio”.
Francesco Cara insegna Ecodesign a IED Milano, partecipa allo sviluppo di nuovi servizi, cura Climate Space, una serie di eventi culturali dove musica, cinema e fotografia dialogano con scienza, innovazione e attivismo sui temi della giustizia ambientale. Francesco è un attivista nella rete globale Climate Reality Project e nella coalizione europea Right to Repair per il diritto universale alla riparazione. In precedenza Francesco era direttore del design a Nokia, PublicisSapient e IconMedialab.

IL LIBRO
Il digitale è fisico. Il libro edito da Altreconomia spiega in che modo la rivoluzione digitale impatta su clima, ambiente, lavoratori e società. Si tratta, spiegano gli editori, di “un manifesto per il digitale sostenibile”.
Spegnete il computer! Il mondo digitale è meno verde di quello che sembra. Se non sapete che cos’è uno zettabyte e qual è il suo “peso carbonico” o se siete stufi di essere “profilati”, questo libro fa per voi. Perché spiega in modo chiaro che il cloud non è tra le nuvole ma in data center che consumano energia e producono CO2 ogni volta che spediamo una mail.
Perché dice nero su bianco che il dominio delle Big Tech minaccia non solo l’ambiente, ma anche i diritti dei lavoratori, la nostra riservatezza, la trasparenza del mercato e delle elezioni. Perché denuncia la “monetizzazione” della nostra attenzione e del nostro tempo. Perché racconta come i “dati” siano diventati il petrolio del nostro tempo e perché invece dovrebbero essere dei “beni comuni”. Perché affronta il rapporto tra politica e web e il possibile ruolo della e-democracy. Perché ribadisce – come diceva Stefano Rodotà – che è necessario un “Internet Bill of Rights”.
Perché, ultimo ma non meno importante, permette di conoscere e praticare un “consumo critico” di tecnologia, di ribellarsi – senza essere hacker -, di progettare un web a basso impatto e di prevenire l’e-waste: per un mondo digitale pulito, aperto, rigenerativo.
Il libro perfetto per chi vuole davvero capire che cosa sta facendo quando manda una mail, guarda un video o usa i social.
La prefazione è di Gerry McGovern, considerato tra i “cinque visionari con un impatto fondamentale nello sviluppo del web”.
“Pensavo che il digitale fosse sempre la scelta migliore per l’ambiente. Ero convinto fosse decisamente meglio mandare un’email che una lettera. Una lettera di carta emette circa 29 grammi di CO2. Un email ne produce circa 4 di grammi. Avendone la possibilità, dovremmo quindi inviare email. [Ma] ogni giorno mandiamo circa 400 miliardi di email di cui la grande maggioranza è spam. E questo è il problema che sta al cuore del digitale: si tratta del più grande motore di consumo estremo e di sovra-produzione mai inventato. […] Il problema è che gli esseri umani non sono in grado di gestire […] quella velocità. Con il digitale, ci troviamo intrappolati in un mondo di pensatori a breve termine che vendono ininterrottamente desideri superficiali. Non abbiamo bisogno di muoverci così velocemente. Non ci fa bene. Non fa sicuramente bene alla vita sulla Terra”.
Gli autori di questo libro sono docenti universitari, studiosi, attivisti, esperti di tecnologia, imprenditori green, giornalisti. Dal padre nobile di Internet in Italia a chi si batte per una “rete” più sociale. “Ecologia digitale” è un’idea dei soci dell’editore Altreconomia, da cui è nata quest’opera, a più voci e partecipata.
Gerry McGovern, Carlo Gubitosa, Francesco Cara, Giuseppe Palazzo, Alberto Prina Cerai, Alessandro Cillario, Stefano Onofri, Giacomo Venezia, Stefana Broadbent, Dario Pizzul, Stefano Trumpy, Tommaso Goisis, Stefania Paolazzi, Maurizio Napolitano, Giulia Monteleone, Matteo Spini, Nicola Bonotto, Savino Curci, Antonio Alessio Di Pinto, Gauthier Roussilhe, Massimo Acanfora, Duccio Facchini, Andrea Siccardo, Marianna Usuelli, Stefano Zoja.