Storie di una Rovereto immaginata a Moltiplicazioni
Al Festival Moltiplicazioni (1-2 ottobre) di Progetto Manifattura, l'illustratrice Michela Nanut e la drammaturga Carolina Calle Casanova porteranno un live drawing tratto dal libro "Altrove in Centro", che raccoglie 10 storie di una Rovereto immaginata e desiderata dalle persone che la abitano: non solo "roveretani doc" ma anche lavoratori e lavoratrici arrivati da altre regioni italiane e dall'estero che ogni giorno la rendono più vivace anche dal punto di vista culturale.
Sono storie di una Rovereto immaginata quelle che verranno raccontate sabato 1° ottobre alle 17.45 a Progetto Manifattura in occasione del Festival Moltiplicazioni, che si svolgerà dall’1 al 2 ottobre. Mentre Carolina Calle Casanova, drammaturga e regista per il teatro e cofondatrice di “Elementare Teatro”, farà da voce narrante, dietro di lei l’illustratrice Michela Nanut tradurrà in immagini i racconti, in un vero e proprio “live drawing”.
“Il progetto ‘Altrove in centro’ è nato nel 2019 – spiegano Carolina Calle Casanova e Michela Nanut, che collaborano spesso anche per altre iniziative, lavorando nello stesso studio – ed è stato finanziato dal Comune di Rovereto e da Atas. L’obiettivo era quello di raccontare una città diversa. Abbiamo posto le stesse domande a tutti e 22 gli intervistati, e da lì sono nate 10 storie che raccontano una Rovereto immaginata e desiderata”.

È all’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 che si riferisce il live drawing organizzato da Michela Nanut e Carolina Calle Casanova. “Parliamo di sostenibilità emotiva – precisa Calle Casanova -, di come le persone di una stessa città si rapportano tra loro. I racconti non sono storie ‘ad personam’, ma dieci episodi che raccolgono i sogni dei cittadini e delle cittadine che abbiamo intervistate. Abbiamo chiesto loro: ‘Che cosa farebbe lei se fosse sindaco o sindaca di questa città?’”.
Cosa è emerso? “Ci siamo resi conto che ognuno vive la città di Rovereto in modo diverso – spiega Nanut – e che è come se nella Città della Quercia convivessero due comunità che non si conoscono, i roveretani storici che vivono nella nostalgia degli anni che furono e una comunità vivace di persone che, venendo da fuori, hanno cominciato a ripopolare il centro storico. Queste due comunità, però, raramente si incontrano”.